lunedì 11 marzo 2013

Wochenbett (puerperio in ospedale), 6 giorni

Ovvero i primi giorni dopo il parto, nel reparto Wochenbett del Klinikum Großhadern.

Qui e' necessario dividere il racconto nei tre punti di vista: bimba, marito, io.

PICCOLINA:
La bimba come ho scritto nel mio post precedente e' piccola, pesa 2410 gr, pertanto ha dormito su un materassino riscaldato per aiutarla a mantenere la temperatura corporea per i primi 4 gg. 
E' perfetta, ma in scala ridotta: veste i vestitini per prematuri e i pampers micro, sempre per prematuri. Mi fa tenerezza e nello stesso tempo preoccupazione vederla cosi' piccola. Ma pensando che non e' in incubatrice, respira e mangia da sola mi fa tirare un gran respiro di sollievo.

Ha fatto l'U1 (subito dopo la nascita, Test-Apgar 10/10), il test dell'udito, l'ecografia alle anche, il test del metabolismo e l'U2 il giorno della dimissione: tutti passati senza problemi.

Ha cominciato a mangiare il secondo giorno dalla nascita, ma non dal mio seno perche' ancora non avevo il latte e lei aveva bisogno di mangiare as soon as possible

Quindi le infermiere, con la conferma del pediatra, ci hanno dato l'Aptamil HA Pre liquido. Lei lo ha accettato subito, ed e' passata dai 10 ml a pasto del primo giorno agli 80 ml prima della dimissione, a 6 gg dalla nascita. 
Stare 5 min attaccata al seno e senza ricevere nulla voleva dire per lei essere troppo stanca per cucciare dal biberon il latte vero, quindi a causa della mia anemia e i dolori e per permetterle di acquisire peso abbiamo scelto di privilegiare i pasti dal biberon. 
Con il senno di poi e' stata una scelta azzeccatissima!

Tirando il latte, quando e' stato fisicamente possibile, sono riuscita a darle per almeno un paio di volte il colostro. Spero che sia stato abbastanza per trasferirle un pacchetto minimo di anticorpi, nonostante l'esigua quantita'..

Ha avuto per la prima volta le coliche la 4a notte, quando il meconio ha lasciato il posto alle feci "da latte", quindi quando il suo piccolo intestino ha cominciato per la prima volta a lavorare. E noi abbiamo scoperto cosa stava succedendo grazie a Google! Purtroppo una delle due infermiere non particolarmente professionali e simpatiche che hanno ammorbato i nostri giorni in ospedale non ci ha dato granche' supporto ma ce la siamo cavata egregiamente trovando la causa e la soluzione al pianto disperato della bimba da soli. :-)

Rispetto agli altri neonati in reparto lei non ha pianto quasi mai, se non pochissime volte per fame e una volta per le coliche. Punto.
Dormire non e' mai stato un problema, anzi. Stava a noi al massimo ogni 4 ore doverla svegliare per mangiare: che significava cambiarle il pannolino prima di mangiare per farla rinvenire un po'. o_o

Un giorno dopo la nascita della bimba e' passata l'addetta dell'ospedale per la registrazione ufficiale: la piccolina e' ufficialmente monacense ora!

Abbiamo anche ricevuto la visita di una giovane suora della Missione Cattolica Italiana di München: all'inizio mi ha fatto piacere incontrarla ma quando ha benedetto la bimba senza chiedere il permesso e poi ha cominciato a fare discorsi di indottrinamento mi ha fatto scattare il meccanismo di difesa. 
Siamo in un paese al 50% protestante... non necessariamente tutti i bambini sono battezzati o cattolici, e sinceramente la mossa che mi e' sembrata di propaganda per reclutare nuovi "fedeli", e' stata decisamente fuori luogo. Pollice versissimo.


MIO MARITO:
All'inizio avevamo pianificato di avere la Familienzimmer solo per la notte del giorno del parto e per la notte successiva, visto il costo non propriamente economico (150€/die).

Invece, ancora una volta, ci siamo trovati in balia degli eventi: a causa delle complicazioni del parto, io non sono stata in grado di prendermi cura ne' di me stessa ne' della bimba fino praticamente al giorno della dimissione (e anche oltre ma lo raccontero' in un post a parte). 
Quindi mio marito ci ha fatto da infermiera 24/24 vivendo tutti insieme per 5 giorni chiusi in 40 mq. Non abbiamo mai passato cosi' tanto tempo in un luogo cosi' ristretto in una tale condizione di stress. Ma abbiamo superato la prova... :-)

Vero che le infermiere del reparto devono prendersi cura dei neonati quando la mamma non riesce ma 2 infermiere per 35 pazienti non avrebbero, anche volendo, potuto curarsi di me e della piccola full-time. Non parliamo poi di quelle infermiere, per fortuna solo 2, che non avevano proprio voglia di curarsi di noi (Mrs So-tutto-io e Mrs Voglia-di-lavorare-saltami-addosso).

Quindi Marito si e' trovato a smazzarsi una situazione di crisi, diventando da un secondo all'altro papa' 24/24 e vivendo e aiutando una moglie sofferente e incapace di prendersi cura di se stessa anche per le piu' piccole e semplici necessita'.

Devono fare una statua a quest'uomo, per la pazienza e la forza che avuto, ancora, in una situazione cosi' difficile. 
Senza sonno per quasi una settimana, con la piccola e me da curare. 
Per i dettagli pulp che ha vissuto con me. 
Per la preoccupazione di perdermi per sempre.
Per aver condiviso la mia sofferenza fisica.
Per avermi detto non so quante volte che gli dispiaceva moltissimo che dovessi soffrire cosi' tanto.

Per i primi 4 giorni i nostri vicini di casa si sono curati di portare a spasso il nostro cane e di nutrire i gatti ma poi, mio marito si e' anche preso la briga di guidare fino a casa (20 km), fare il giretto notturno con il cane per poi ritornare a dormire in ospedale. Come se non ne avesse gia' abbastanza.

L'amore era gia' incluso nel pacchetto di vita insieme.
La mia gratitudine di cuore forever-and-ever si aggiunge dopo questa gravidanza al limite che abbiamo vissuto in tutte le sue difficolta', step-by-step, insieme, da luglio 2012.


IO:
Il giorno dopo l'operazione mi sono svegliata e, dolore a parte, mi sono accorta di essere gialla e gonfia come una zampogna. 
Tutto, faccia, mani, gambe, tutto quanto.

Ho scoperto il venerdi' successivo al parto un ulteriore dettaglio del mio malessere. Quando l'oberärtzin che mi ha operato ha chiesto di fare un'ecografia ad alta definizione perche' il mio livello di emoglobina era troppo basso per la quantita' di sangue perso.
Durante l'esame hanno scoperto come sospettato dalla dottoressa, che ho due ematomi abbastanza consistenti nell'addome, che per fortuna non stanno piu' sanguinando, ma che spiegano il dolore ancora cosi' acuto da richiedere un alta dose di anti-dolorifici e la mia emoglobina a livello 6,2 (il livello normale, che avevo prima del parto, e' 12) e l'astenia estrema in cui mi trovo.
Muovermi per andare in bagno o anche solo mangiare un boccone mi mandavano quasi in apnea e il battito cardiaco a piu' di 140.

Ho cominciato con l'antibiotico per scongiurare un'infezione che vorrebbe dire un'altra operazione e mi hanno offerto di fare una trasfusione.
A livello di emoglobina 6 il sangue mi sarebbe stato somministrato automaticamente mentre poiche' e' 6,2 e non sono in pericolo di vita, la decisione spetta a me.

Ne ho parlato insieme a Marito e abbiamo scelto di non procedere con la trasfusione per evitare il rischio, seppur minimo, di contrarre possibili malattie brutte brutte brutte, a meno che non si sia pericolo di vita.

Un altro dettaglio che ci ha raccontato la dottoressa e' che quello che e' successo a me durante l'operazione (atonia uterina post-partumle si presenta solo un paio di volte all'anno e che 10 anni fa, senza il farmaco per stimolare le contrazioni che mi ha torturato per il primi 3 giorni dopo il parto, sarei passata a miglior vita dissanguandomi. 
Ringrazio tutti i cieli possibili di averla scampata, se ancora ce ne fosse il bisogno...

Sempre per gli ematomi mi hanno fatto prendere un medicinale che viene somministrato normalmente per problemi allo stomaco ma che crea come effetto "indesiderato" contrazioni... ho avuto una reazione allergica e sono andata in shock, tremando come in preda all'epilessia ma senza per fortuna perdere mai conoscenza. Questo la penultima notte prima della dimissione. Che fortuna accidenti... e sempre con una delle 2 infermiere simpaticone di turno. 

Apro una piccola parentesi sulle infermiere del reparto Wochenbett: molto gentili, dopo essersi presentate ci hanno sempre fatto le congratulazioni per la nascita della piccola, si sono prese cura di me, del mio dolore, della mia bambina e di insegnare a mio marito i primi rudimenti di puericoltura, mi hanno fatto ridere e hanno cercato di tenermi su di morale incoraggiandomi e assicurandomi che il peggio era passato, con comprensione ed empatia. Si sono curate che avessimo sempre il latte e tutto il necessario per la bimba sempre a disposizione, rispondendo alle nostre domande con cortesia e rispondendo alle emergenze con solerzia e professionalita'.
Quindi in generale sono molto contenta dell'esperienza in quest'ospedale.

Purtroppo, come in ogni ambito, ci sono sempre dei guastafeste: in questo caso le infermiere Mrs So-tutto-io e Mrs Voglia-di-lavorare-saltami-addosso che, oltre  a trascurare il lato terapeutico davvero con poca professionalita', si sono prodigate nel farmi sentire in colpa con commenti affilati perche' non potevo prendermi cura della bambina, perche' non allattavo al seno, perche' prendevo gli anti-dolorifici, perche' "se vuole il mio parere stringerei i denti piuttosto che prendere l'anti-dolorifico", perche' "tutte le donne il primo giorno dopo il cesareo si sono alzate".. insomma per qualsiasi cosa esulasse dalla loro idea stereotipata di super-mamma-martire che muore di stenti, dolori e tortura. Pedanti e patetiche.

Pesante star male e aver a che fare con queste persone: non so quanti cazziatoni gli hanno fatto i medici perche' mi dessero gli anti-dolorifici senza doverle pregare di farlo perche' la manipolazione degli organi interni e gli ematomi non rientravano nel "normale" dolore post-cesareo e perche' la smettessero di forzarmi ad alzarmi, che non dovevo assolutamente andare in giro da sola e nemmeno prendere la bimba in braccio senza essere seduta o sdraiata a causa dell'anemia grave. 
La notte e' stato il momento peggiore, quando ero piu' vulnerabile per il dolore. Veramente brutto, mi auguro che non debbano mai passare dalle mani di persone che si comportano come loro... per fortuna c'e' sempre stato mio marito con me a vigilare che i comportamenti deviati non diventassero pericolosi per me.

E cosi' sono passati i primi giorni dal parto, in cui non mi sono goduta la bimba, ma solo la frustrazione di non poter fare nulla ne' per me ne' per lei, di vedere mio marito stanchissimo prendersi cura di tutto senza tregua. Ho sopportato dolori atroci, astenia, emicrania per l'anemia, crampi, visite mediche davvero spiacevoli e pulp.

Giorni in cui il cell continuava a squillare, senza suoneria, con amici e parenti preoccupati, senza che avessimo il tempo e la forza per rispondere o farci sentire da nessuno. In cui ogni momento di silenzio e di calma per quanto breve era buono per chiudere gli occhi e cercare di riposare per recuperare un po' di energia.

Le risate che ricordo con piacere sono state quando la bimba ha fatto la pipi' su mio marito durante un cambio del pannolino, sporcandogli l'ultimo paio di pantaloni sopravvissuti alla settimana di soggiorno non pianificato in ospedale: un getto di mezzo metro, da record!
Io ero piegata in due dal male ma non riuscivo a smettere di latrare (la risata migliore che potesse uscire dalla mia gola in sofferenza..).

I momenti piu' dolci sono stati quelli passati ad osservare gli occhi della mia bimba, le sue mani, il suo viso, ad ascoltare il suo respiro, a guardare mio marito prendersene cura con dolcezza e creare con lei un legame speciale.

Abbiamo passato anche questa. Insieme.


(A presto il racconto delle dimissioni con firma e della prima settimana a casa...)

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