domenica 11 ottobre 2015

Diario di un inserimento al nido



E' arrivato il momento.
Abbiamo cominciato l'inserimento al nido.

Non so quante lacrime ho pianto, prima di questo momento.

Per la preoccupazione frustrata di non avere avuto la possibilita' di iscrivere la mia Piccolina in una struttura bilingue, per la sfiducia nelle educatrici non preparate ad accogliere e valorizzare la marcia in piu' di chi cresce e parla di culture diverse, per il gigantesco senso di colpa di essere rimasta incinta in un momento in cui la Piccolina ha ancora cosi' tanto bisogno della mia attenzione e interazione.. le tolgo la sua mamma, la dimezzo, e la costringo ad accettare il fatto come se nulla fosse.

Pensare se mio marito facesse la stessa cosa con me, se un giorno venisse a casa dicendomi: "amore, da oggi ho una nuova moglie che vivra' per sempre con noi condividendo ogni singolo secondo della nostra vita. Sei contenta, vero? Puoi giocare con lei, fare shopping insieme, cucinare insieme....". Ho reso l'idea???



E paura, perche' quando non sono con lei non ho il controllo dell'ambiente con cui interagisce. Cosa le dicono, come la trattano, cosa le insegnano.
Non perche' sono una control-freak, lascio da sempre che la Piccolina faccia le proprie esperienze per crescere, ma credo sia legato al fatto che non mi fido dell'ambiente. Ho letto molte storie negative di altre mamme e famiglie multi-culturali alle prese con il sistema scolastico bavarese.

Ora che ho parlato del prima, parlo dell'adesso.
I primi due giorni siamo rimaste solo per un'ora, insieme.
Lei ha giocato con i bimbi del gruppo e periodicamente mi e' venuta a cercare per una carezza o per un contatto.

Prima regola che mi e' andata di traverso: chi ha la bocca piena si deve sedere per terra.

Ovvero, c'e' la frutta in spicchi a disposizione e i bambini che la mangiano, per evitare che gli vada di traverso, devono sedersi per terra vicino all'angolo cucina e finire di masticare (chi non lo fa viene preso per il braccino e "convinto" a sedersi).
Quando si alzano, le educatrici gli chiedono di aprire la bocca per controllare che sia vuota.
Sgomento.
Ma mangiare seduti al tavolo? no?
Lo racconto a mio marito e lui mi dice: "ah, ecco perche' stasera si e' messa a mangiare il pane per terra in cucina". Ma si puo'????!!!
Ho chiesto all'educatrice di riferimento di far mangiare mia figlia seduta al tavolo e non per terra... vediamo.

Secondo giorno, seconda novita': i bambini salgono in piedi su una sedia, con una forbice giocattolo e prendono a tagliare i capelli.
Ehm, primo: a casa da noi non si sale sulla sedia.
In bagno e in cucina abbiamo comode e sicure scalette per permettere alla Piccolina di raggiungere dove le occorre.
Risposta delle educatrici: "ma noi gli insegniamo come salire sulla sedia, con lo schienale rivolto alla parete". Ahhhhh, ecco. Parliamo di bambini 6m-3y...
E, poi, le forbicine? Io gli insegno che non e' un gioco e da voi ci si tagliano i capelli??? Voglio vedere quanto tempo passa fino a che lo fara' davvero, su se stessa, il cane o noi...

Questa settimana siamo rimaste un pochino di piu', un paio d'ore all'inizio della settimana per poi chiudere in bellezza con venerdi' tutta la mattina, da sola.Come e' andata?
Beh, gli ormoni non mi hanno di certo aiutato e sono dovuta uscire un po' di volte per cercare di dominare i lacrimoni terribili.
(Con buona pace delle educatrici che hanno colto l'occasione per suggerire di far rimanere la piccola da sola, velocemente, cosi' da non dovere avere una mamma in lacrime tra i piedi...).

E arriviamo a venerdi'.
Arriviamo al mattino, in cui dovrebbe essere tutto come al solito, con la differenza che io non rimango e dico alla Piccola che vado a far la spesa e torno a prenderla dopo pranzo (le ho gia' raccontato di questo momento nei giorni e settimane passate).
Eh no, troppo facile e logico!
Al venerdi', si sono dimenticati di dirmelo, la canzoncina del mattino e' cantata insieme all'altra classe del nido, e fisicamente nell'altra classe! Insieme agli altri bambini che la Piccolina non ha mai visto.
Ovviamente, lei non vuole entrare e rimane vicino a me. Io che penso come e' possibile fare 'sti errori. Miseria.
Reduce dalla scena a cui ho assistito questa settimana, di un bimbo di neanche un anno andato in crisi quando la mamma se n'e' andata e che ha pianto come un disperato per 45 min prima che la chiamassero, ho chiesto all'educatrice di chiamarmi se non riesce a consolare la piccola in massimo 10-15 min. 
E mi sono proprio raccomandata bene bene, in due lingue diverse, per essere sicura di sottolineare bene il concetto.

Alla fine l'
educatrice prende la piccola e la porta nella sua classe e le offre la colazione. Io vado fuori incavolata e rimango mezz'ora in macchina con il telefono in mano, che per fortuna non squilla. Vuol dire che va tutto bene.

Poi vado a casa.

Entro. E mi assale il silenzio.
Non sono abituata, non e' naturale.
Prima che mi si mozzi il respiro mi metto a fare duemila cose, non mi fermo per tutte le due ore che ho a disposizione prima di ritornare a prendere la Piccola, mi sfinisco, fino all'ultimo secondo. Respiro, sono sopravvissuta.

La vado a prendere, l'educatrice di riferimento non c'e', e una delle colleghe, giovincella in apprendistato, si sbrodola a dirmi che non ci sono stati problemi, che tutto ha funzionato bene, che non ha pianto, che ha mangiato ben 3 bastoncini di pesce... la volete fare morire di fame? A casa ne mangia almeno 5, con le patatine e la frutta! E la tipa che mi dice che invece per un bambino 3 sono abbastanza... poi entro e trovo l'educatrice dell'altra classe che mi chiede: "a lei il ketchup non piace, vero?".

No, scusa? Cosa mi ha chiesto?
"a lei il ketchup non piace, vero?"Ho capito bene.
Ketchup. Ha detto ketchup.

Io le rispondo che a casa noi non mangiamo ketchup, perche' e' pieno di zucchero. (il papa' che e' tedesco ovviamente lo mangia, piu' o meno di nascosto, ma la piccolina no).
Hanno dato il ketchup con i bastoncini di pesce, al nido.

Mi ripiglio dallo sgomento e cerco di convincere la Piccola a venire a casa.
Ho un pesce indiavolato tra le mani. Non mi ascolta, piagnucola, per salire in macchina un dramma. Che continua a casa, per togliersi le scarpe, per lavarsi le mani, per tutto. Insomma, cosa cavolo e' successo?????????????!!!!!!!!!!

Penso sia la troppa stanchezza. La assecondo, per quanto possibile e ogni tanto strillo per farmi ascoltare.
Lotta all'ultimo sangue per andare a letto.
Ma quando si sveglia dal pisolino siamo punto e a capo.
Non ascolta, fa i dispetti, piagnucola per ogni cosa, dramma per ogni "no".
Cosa. E'. Successo?

Anche ieri piu' o meno stessa solfa. Anarchia e capricci.

Qualcuno mi aiuta a capire?
Se e' andato tutto bene, perche' si comporta cosi'?
Ho pensato che possa essere il suo modo per farmi capire il suo disagio per il distacco. Ma allora perche' non voleva venire a casa?
E' successo anche a voi dopo il primo giorno in solitaria all'asilo/nido/materna?
Come sopravvivere reagire?

Suggerimenti come sempre ben accolti.



PS (doveroso): Sono passati quattro bei mesi dal mio ultimo post, quasi tre dei quali li ho passati in Italia, nella mia amata Emilia, e piano piano cerchero' di mettermi in pari con quello che abbiamo vissuto nel frattempo: di mare, di progressi, di braccioli e ghiaccioli e tappeti elastici, di ospedali italiani, di marmaglia di agosto, di vicini terribili, di amici meravigliosi, di frustrazioni tremende, di voglia di non tornare piu'.

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