martedì 24 novembre 2015

La solitudine ed essere mamma in espatrio

Non mi ricordo che fosse cosi' pungente quando e' nata la Piccolina nel 2013.

Probabilmente a causa della lunghissima convalescenza.

O forse perche' nel quartiere di München dove abitavamo prima le persone intorno a me erano diverse.
Chissa'.

Questa volta mi pesa tantissimo.
Parlo della solitudine, dell'alienazione.



Essere neo-mamma e le sue difficolta', e non parlare mai con nessuno, nessuno che ti ferma per strada
per vedere il cucciolo che hai nella carrozzina, nessun negoziante che ti fa le congratulazioni (eccetto i camerieri del ristorante, guarda caso, italiano), i vicini di casa che volutamente ignorano la cicogna blu alta piu' di un metro appesa alla nostra porta di ingresso.
Nessuna visita, nessuna festa, nessun piatto di minestra caldo, o fiore o cartolina di auguri. Nada.

Viviamo in un paese nell'area metropolitana di München da un anno e mezzo, non molto diverso dal paese dell'hinterland milanese dove sono nata e cresciuta.

Ma qui e' proprio tremendo.
L'alienazione di essere mamma, di figli piccoli e a tempo pieno, in aggiunta all'isolamento forzato a cui ti costringe un ambiente ostile, e per di piu' in espatrio, e' davvero disumana.

Solo sguardi di sufficienza quando sono in difficolta' con la carrozzina stra-carica e mi cade la busta d'insalata, quando la Piccolina fa i capricci, quando mi si blocca la dannata zip della giacca all'uscita dal supermercato, quando il Piccoletto strilla che ha fame, quando mi spezzo la schiena per scendere con il passeggino dal treno che ha un dislivello assurdo con la banchina.

Non ti fanno nemmeno posto quando passi sul marciapiede con la carrozzina.
Non ti aiuta nessuno.
E se qualcuno, per caso e raramente, ti aiuta e' al 95% un forestiero, non necessariamente inteso come straniero.

Mai come ora mi mancano i miei amici, il mio ambiente, le chiacchiere con l'edicolante o al bar, la nonnina che mi ferma e mi dispensa consigli e sorrisi, le visite a sorpresa, il pranzo tutti insieme, l'aperitivo insieme, le chiacchiere, gli abbracci, le battute e le risate. Calore umano. Empatia.

Non ho bisogno della Caritas, intendiamoci, ma una parola o un gesto gentile ogni tanto non guasterebbe...

E' un momento delicato e difficile e mi sento davvero molto sola.

I need to feel home. Again.


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