mercoledì 21 marzo 2018

Museo archeologico di Atene e borseggio

Ieri Partenone, oggi Museo Archeologico di Atene.
Ci sono rimasti ormai pochissimi giorni prima di partire, il museo è un must have!

Usciamo alla fermata Omonia e ci facciamo due passi a piedi nel quartiere Exarhía.




Tra viottoli stretti e murales, reduci dalla fregatura di ieri al ristorante, ci fermiamo in un panificio e ci mangiamo un bel panino, pizza e gelato artigianale, tutto freschissimo e a prezzi decenti.

E poi andiamo al museo. Ci rimangono 3 ore prima della chiusura perché a marzo c'è ancora l'orario invernale, quindi chiude alle 17.



Bellissimo.
Sublime.
Nella culla della nostra civiltà, faccio vedere ai bimbi come si pettinavano, come si vestivano, come andavano a cavallo e quali gioielli si mettevano gli antichi greci. E loro giocando e guardando apparentemente distratti imparano insieme a me.













Siamo potuti entrare con il passeggino e usufruire di ascensori per passare da un piano all'altro.

Poi ci siamo fermati ad un alimentari di una volta a comprare della deliziosa frutta secca e Tsipouro. 
Il proprietario che parla italiano mi racconta della sua morosa pugliese.
Tantissimi greci qui, soprattutto di una certa età, parlano bene l'italiano.




I bimbi sono irrequieti e stanchi, ci dirigiamo verso casa.
Prendiamo il metrò a Victoria e mia mamma mi avverte che ci sono diversi borseggiatori zingari di solito in azione in questa zona (anche le guide riportano di fare attenzione nei dintorni di piazza Omonia).
Arriva il treno ed è pieno.

Saliamo lo stesso, tengo mia figlia che non sta buona.
C'è una donna molto vicina a me e davanti un ragazzo che nervoso si muove in continuazione, con mia figlia che fa acrobazie sul palo del treno.
Sento che c'è qualcosa che non torna, ma la mia attenzione è sul mio bene più prezioso: i miei bimbi!

Scendiamo a Syntagma per cambiare, e prendiamo la linea rossa in direzione del B&B dove risiediamo. Mi siedo, guardo per qualche motivo dentro la borsa e il mio portafoglio non c'è più.

Scendiamo dal treno.
Magari ho lasciato il portafoglio nel negozio di alimentari?
Chiamo ma il proprietario mi dice che da lui non c'è nulla.
Magari l'ho lasciato al museo? 
Devo aspettare fino a domattina per sapere.

Documenti italiani di tutta la famiglia, il mio documento tedesco, la patente, le tessere sanitarie mie e dei bambini italiane e tedesche, carte di credito, bancomat di due paesi. Fotografie, indirizzi email non ancora trascritti.
Ricordi di viaggi e di vita.
Tutto andato via, per sempre.
E le mani e gli occhi di una ladra che toccano e guardano le mie cose, le foto dei miei bambini.

Che rabbia!!!

Dobbiamo andare alla polizia al più presto.
E bloccare le carte bancarie!

(...Segue nel prossimo post)



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